di Letizia Mecozzi

Recensione del libro “OPEN” di Andre Agassi e J.R. Moehringer.

Andre Agassi, uno dei più grandi campioni di tennis di tutti i tempi, si racconta nella sua biografia attraverso la penna del Premio Pulitzer, J. R. Moehringer.  

Ricostruisce la sua vita e la sua carriera riportando minuziosamente e dettagliatamente i particolari dei numerosi incontri di tennis da lui disputati e conclusi con trionfanti vittorie alternate a dolorose sconfitte. 

La confessione iniziale del suo odio per il tennis lascia sgomenti. Dall’inizio alla fine della sua carriera sportiva egli sarà tormentato da un profondo conflitto interiore nato dall’impossibilità di conciliare la sua profonda avversione per il tennis con l’incapacità di smettere di praticarlo. 

Le ragioni di tale conflitto risalgono all’infanzia di Agassi. Costretto ad allenarsi fin da quando ha quattro anni da un padre tiranno che vuole farne un campione e sottoposto a durissimi allenamenti, Andre viene privato del bene più grande: la libertà di scegliere per se stesso e per la sua vita, di  scoprire chi è e chi vuole diventare. Egli scrive: “La mia vita non mi è mai appartenuta. È sempre stata di qualcun altro”. 

Tutto ciò lo spinge a compiere atti di ribellione e a condurre un’esistenza più simile a quella di una star che di uno sportivo. Nemmeno quando diventa campione del mondo il suo tormento si placa. Continua a sentirsi vuoto ed insoddisfatto.

Ciò che rende questo libro speciale non è tanto la storia delle vittorie e della carriera di Agassi, quanto il racconto della sua crescita interiore, del percorso che è costretto a compiere per accettare se stesso, con i suoi limiti e le sue debolezze, per abbandonare un perfezionismo che è spesso la  causa principale dei suoi fallimenti. 

Pian piano egli prende consapevolezza di sé e permette a chi gli sta intorno di avvicinarsi: trova nell’allenatore Gil una figura paterna che lo sostiene e lo aiuta a diventare più forte e nella collega Steffi Graf la compagna della sua vita. 

Alla fine della sua carriera Agassi fa pace con il tennis. Conclude che forse milioni di persone odiano ciò che fanno eppure si impegnano a farlo bene. “Forse il punto è proprio fare ciò che odi, farlo bene e con allegria, conservando il rispetto di te stesso”.

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